Syngas e rifiuti

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Nei legami chimici dei rifiuti è intrappolata un'enorme quantità di energia. E la gassificazione al plasma, tecnologia che è stata in fase di sviluppo per decine di anni, potrebbe finalmente consentirci di estrarla. In teoria il processo è semplice. All'interno di una camera di combustione, alcune torce fanno panno passare della corrente elettrica attraverso un gas (spesso aria), generando un plasma, ossia un gas ionizzato con una temperatura superiore ai 7000 gradi Celsius, dunque più caldo della superficie del sole. Lo stesso fenomeno avviene anche in natura, dove prende il nome di fulmine; la gassificazione al plasma è, di fatto, un fulmine artificiale. Il calore elevatissimo del plasma rompe i legami molecolari di qualsiasi sostanza presente nella camera, convertendo i composti organici in gas di sintesi, o syngas ( una combinazione di monossido di carbonio e idrogeno), e intrappolando tutto il resto in un solido vetroso inerte, che costituisce la scoria. Il syngas si può usare come combustibile in una turbina per generare elettricità oppure si può impiegare per produrre etanolo, metanolo e biodiesel. Le scorie, invece, si possono trasformare in materiale per l'edilizia. Nella pratica, però, fino a oggi la gassificazione non è stata in grado di competere sul piano economico con i procedimenti tradizionali di smaltimento dei rifiuti. Tuttavia la tecnologia sta diventando sempre meno cara, mentre i prezzi dell'energia sono in crescita costante. Secondo Louis Circeo, direttore delle ricerche sul plasma del Georgia tech Research Institute, ora le due curve si stanno incrociando, cioè sta diventando più conveniente trattare i rifiuti in un impianto al plasma rispetto ad un conferimento in discarica In Florida, Louisiana e California sono in fase di sviluppo grossi impianti capaci di trattare 1000 o più tonnellate di rifiuti al giorno. Sembra troppo bello per essere vero-Ammette Circeo- ma l'Enviromental Protection Agency ha stimato che se tutti i rifiuti solidi urbani degli Stati Uniti venissero trattati con il plasma per generare elettricità, si potrebbero produrre dall'8 al 10 per cento del fabbisogno nazionale di elettricità, equivalente a circa 25 centrali nucleari o a tutta l'attuale produzione idroelettrica. Come potete vedere amici del GVA le alternative al nucleare già esistono o stanno partendo, l'importante è non perdere questo treno per non trovarsi, tra qualche anno, a rincorrere nuove energie.

D.V.

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