Honga Roa

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L'ultimo albero..........

HONGA ROA (Isola di Pasqua). Cecità ecologica. La fine della civiltà Rapa Nui nasce principalmente da questa condizione in cui ha vissuto per secoli. Rinchiusi in quei pochi chilometri con un passato ormai dimenticato e un futuro che non andava oltre l'orizzonte, gli abitanti dell'Isola di Pasqua si sono infatti ripiegati su loro stessi, ossessionati da una religione che era diventata ragione di vita e apparentemente senza alcun desiderio di conoscenza. La vita per secoli era scorsa in mezzo ad una natura rigogliosa di un'isola che mantiene anche oggi intatto un fascino senza tempo. Ma la mancanza di un "sapere ecologico" e la convinzione errata che fosse il ‘mana' (il potere) del capo/personaggio defunto la loro garanzia di sopravvivenza piuttosto che lo studio dei fenomeni naturali, li hanno portati alla rovina amici del GVA. Quando fu tagliato l'ultimo albero a Rapa Nui nessuno capì che non ne sarebbero ricresciuti più. Che le risorse della terra fossero per loro natura finite era anche questa un'informazione a loro sconosciuta. Così scoppiarono le guerre tra villaggi per la conquista di quel poco che rimaneva e decretarono la fine di una civiltà fiorente, alla quale gli spagnoli dettero soltanto il colpo di grazia. Dicevamo del ‘mana', lo spirito dei defunti, che secondo i Rapa Nui avrebbe dovuto vigilare su di loro e per questo si inventarono le famose statue, splendide opere in pietra che ancora oggi sbalordiscono alla loro vista. I moai venivano posti sopra una piattaforma sacra e attraverso gli occhi della statua - questa è la tradizione - l'anima dei defunti riviveva e riversava la propria protezione sull'isola. Con gli anni la costruzione di queste teste era diventato motivo di vanti dei vari villaggi e cominciò la sfida a chi li costruiva sempre più grandi. La superstizione era inoltre quasi più forte della venerazione stessa, tanto che se la statua cadeva durante il percorso tra la ‘fabbrica' e l'area dove doveva essere innalzata, veniva abbandonata perché ritenuto un segnale di malasorte. Per questo l'isola è costellata di statue riverse a terra. Ma quando si arriva a Rapa Nui e si vedono i Moai crollati, si scopre inoltre che la causa non è soltanto questa, e neppure i terremoti o gli spagnoli: i primi a farle crollare furono gli stessi abitanti dell'isola quando la fede cieca nei confronti di queste loro creazioni finì. Finì perché gli avi ai quali loro chiedevano il ‘mana' li avevano in qualche modo traditi, distruggendo l'ambiente che li ospitava. Perché sull'isola non era rimasto praticamente niente da mangiare tanto che si parla anche di episodi di cannibalismo. Il disastro ambientale provocato dall'uomo e dalla sua ignoranza aveva portato quindi al mangiarsi l'uno con l'altro dopo che l'ultimo albero fu abbattuto. Una vera lezione di vita! E oggi? Oggi esistono su questo nostro pianeta migliaia di Rapa Nui, intere popolazioni che si stanno incamminando verso la catastrofe ambientale. Questo è il mondo moderno, ed è con questo che bisogna fare i conti, nel bene e nel male quando si parla di riorientamento dell'economia verso la sostenibilità. Non esiste e non potrà mai esistere una "sostenibilità" che non rispetti la natura.

D. V.

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