L'acqua, un bene di tutti

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Parco giochi, una bella mattina di sole. Sono seduto  su una panchina, perso a girovagare nei miei pensieri. Un signore, un forestiero forse li per caso, sui 50 anni, un pò di più, un pò di meno. Polo blu e aria di chi ha tanto da dire , mi siede accanto. Come spesso accade in momenti particolari, in cui siamo tutti più buoni, tutti amici, tutti in confidenza, inizia a parlarmi. Parla, parla, parla. Dice che il mondo di  oggi non è come quello di quand’era giovane. Troppo benessere, poca voglia di soffrire, troppo di tutto. Troppi stranieri, Tutto uno schifo. E gli sprechi, poi...Si spreca su tutto, l’elettricità, la benzina. Si accalora, mentre guardo i suoi occhiali da sole all’ultima moda, soprattutto sulla questione della crisi idrica che ha colpito tutti, anche l'Italia. Mi dice che a volte, nel suo paese, l’acqua viene addirittura razionata, solo poche ore al giorno con tutti i disagi che la penuria provoca. Parla di abitudini sbagliate, di reti idriche colabrodo, di infrastrutture da terzo mondo. Ad esempio, mi dice, si “perdono” in media oltre 15 mila metri cubi a km di acqua in un anno; in pratica, circa il 40 % dell’acqua viene disperso, con picchi del 70% nella zona di Torino e Bari. Aggiunge che ci sono 50 mila km di acquedotti da rifare, mentre gli investimenti delle società dell’acqua sono di appena 700 milioni di euro l’anno. Uno sfascio. Efficienza, ci vuole. Dice: Bisognerebbe dare tutto ai privati, allora si che le cose andrebbero a posto. Io, che me ne sono stato quasi sempre in silenzio ad ascoltare, gli faccio notare che molte società di gestione dell’acqua oggi sono di privati, e che nel 1990,  quando gli acquedotti erano pubblici  si investivano circa 2,3 miliardi di euro. Come se non avesse sentito, continua a ripetere che è uno schifo, che questi che vogliono l'acqua pubblica bisognerebbe zittirli..... mi dice che ha sete. Si alza e si avvicina alla fontanella, apre. L’acqua scroscia, e lui si rimette seduto. Al mio sguardo interrogativo, replica dicendo: “Aspetto un attimo che si rinfreschi”. Riprende a parlare, per diversi minuti. L’acqua scorre, debordando sul prato. A quel punto, un uomo lo chiama urlando: “Renato! Renato! Vieni che ti offro una birra. Bella fresca!  ”Il signor Renato si alza (senza salutare) e se ne va. L’acqua continua a scorrere. Mi alzo, guardo la fontanella zampillare, la chiudo e non faccio a meno di pensare che ognuno di noi deve fare la sua parte. Non siamo soli. Da qualche parte, in questo immenso mondo qualcuno, proprio in questo istante, sta morendo perchè  non ha un sorso d'acqua. Me ne torno a casa pensando che forse in questa fetta di grasso mondo dove possediamo tutto, qualche cosa ancora ci manca.........................

D. V.

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