2050

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Come sarà l'Italia nel 2050? Ce lo anticipa il rapporto CIRCE (Climate Change and Impact Research), una ricerca sui mutamenti climatici promossa dall'Unione Europea e durata 4 anni, i cui risultati sono stati presentati in un convegno tenutosi qualche giorno fa a Roma. (Maldive, Amazzonia, Antartide: ecco i paradisi che che scompaiono a causa dei cambiamenti climatici)Il progetto, coordinato dall' Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha prodotto dei modelli meteo-climatici molto più dettagliati di quelli comunemente utilizzati, dai quali è stato possibile derivare delle "previsioni del tempo" di lungo periodo sul nostro paese e tutta l'area mediterranea. Ma come sarà il cima tra una quarantina di anni qui in Europa, amici dell'ambiente? Secondo gli scienziati farà più caldo: le temperature medie aumenteranno di almeno un paio di gradi e di conseguenza il livello dei mari aumenterà tra i 8 e gli 13 centimetri, poca roba ma pur sempre sufficiente per creare grandissimi disagi ad Olanda e Belgio, per citarne alcuni. Le precipitazioni si RIDURRANNO del 5-10% e di conseguenza i laghi saranno un po' meno ricchi di acqua. E aumenteranno i fenomeni atmosferici estremi come le ondate di calore, le piogge torrenziali e i cicloni, fino ad ora quasi sconosciuti in clima continentale. Questi grandi cambiamenti, che in parte stanno già avvenendo, trasformeranno pian piano l'intero paesaggio mediterraneo. "Si ridurrà la durata del ciclo vitale di grano duro e vite", la CO2 nell'atmosfera aumenterà e ciò "avrà un effetto positivo" sulla crescita delle specie vegetali. "I vigneti diventeranno più vulnerabili a climi caldi e secchi" mentre l´area ottimale per gli ulivi "si estenderà verso nord e verso est" si legge nel rapporto. Insomma, nel 2050 la patria dell'olio potrebbe non essere più la Puglia ma... l'Emilia Romagna. L'aumento delle temperature inoltre comporterà un maggior consumo di corrente elettrica durante l'estate per frigoriferi e condizionatori, ma una minor spesa per il riscaldamento invernale. Stiamo scendendo amici miei, l'apice l'abbiamo già toccato due o tre anni fa.

D. V.

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