Pavoncelle

04:17 Posted In Edit This 0 Comments »
La giornata è stranamente tiepida, ancora qualche chiazza di neve lotta contro il sole ma il grande freddo se ne sta andando e con lui tutti i timori dell’inverno. Mi stringo addosso giubbotto e sciarpa e mi incammino verso Grontorto, una piccola frazione, a due passi da Annicco. Percorro in silenzio una piccola strada vicinale che negli ultimi anni è stata  promossa al rango di pista ciclabile e, a parte qualche corvo, solo i miei pensieri mi fanno compagnia.  Arrivo al ponte di legno e mi fermo a guardare l’acqua limpida della roggia Spinadesca, una delle rare rogge sorgive che ancora mantengono un po’ di dignità, qualche piccolo sprazzo del tempo che fu. Nel campo adiacente alcuni corvi volteggiano nella ricerca di qualche pannocchia sfuggita agli uomini e al freddo. Rimango rapito dalle loro acrobazie fin quando qualche ala più piccola raccoglie la mia attenzione;….. possibile? Ma no, mi sto di certo sbagliando. Conosco bene la mia terra, scruto il cielo da mesi e quest’anno nessuno stormo è transitato, eppure….. ma si sono proprio Pavoncelle. Mi si stringe il cuore. Per decenni ho ammirato i maestosi stormi di questi splendidi uccelli, migliaia e migliaia di ali nel freddo di Novemre riempivano il cielo seguendo antiche e misteriose rotte. E di tutta quella storia millenaria ora che rimane? Qualche impaurito uccello che seguendo il suo istinto cerca aggregazione con altre ali, cerca le proprie compagne. Il proprio futuro. Maledetti tempi, moderni li chiamano, dove l’unica cosa che conta sono i soldi. La vita sta morendo tutto intorno a noi, in silenzio, nell’indifferenza degli uomini e noi cosa facciamo? Niente. E così piano piano questi compagni di viaggio ci lasciano, ad uno ad uno se ne vanno nelle grandi praterie del cielo. Ci lasciano un grande vuoto che mai più nessuno colmerà, dove non sono riuscite glaciazioni e sconvolgimenti planetari, in pochi decenni ci è riuscito questo animale che si chiama uomo, carico della sua “umanità”. Che futuro dobbiamo aspettarci su questo pianeta che in fondo è casa nostra se per primi non rispettiamo la vita. La risposta ancora una volta è volata nel vento mentre la tempesta si fa sempre più vicina.

D.V.

Ali nel cielo

08:49 Posted In Edit This 0 Comments »
Qualche giorno fa qualcuno mi ha chiesto se e come era possibile posizionare una mangiatoia per gli ucellini nel giardino. Una domanda semplice che ha avuto il potere di rattristarmi: ma tu hai ancora passeri nel giardino? Qualche passsero cinguetta ancora, è vero, ma niente di paragonabile alla mia lontana infanzia. Dove sono finiti questi amici alati che un tempo rallegravano chiassosi i nostri cortili? Una risposta non ce l'ho ma rovistando in rete sono venuto a sapere che gli amici passeri sono stati inseriti nella lista degli animali  a "rischio", non in via di estinzione, sia chiaro, ma a rischio e il che  tutto dire. Infatti, come diceva il testo irmato da Danilo Mainardi (l’ornitologo che va a SuperQuark ), negli ultimi 30 anni i passeri sono diminuiti del 50%. Infatti avrete notato anche voi amici del GVA quant pochi passeri ci sono in giro. Solo una ventina di nni fa erano ovunque, non esisteva pollaio, orto o giardino che non ne brulicasse. E' un segnale che inquieta: che cosa succede? Perché di punto in bianco e dopo secoli di convivenza i passeri stanno scomparendo? La maggior parte sono spariti di punto in bianco fra il 2003 e il 2004, un biennio nefasto per questi uccellini, c'è chi dice per una virosi, chi per il benzene contenuto nella benzina verde, chi addirittura vede nella riqualificazione dei nostri tetti (sono sempre meno le coperture con i coppi) il vero problema. E le ultime notizie non sono buone, perché il decremento demografico, purtroppo, non fa che progredire. Qualche esempio: certo il più eclatante, tra quelli emersi riguarda Varsavia, nei cui giardini la passera europea è praticamente scomparsa (diminuzione del 95%), mentre la diminuzione cittadina media risulta essere del 49%; quanto ai dati italiani, i decrementi oscillano dal 40 al 50%, e ciò rispecchierebbe ciò che avviene un pò dappertutto in Europa. La situazione appare tutt' altro che stabilizzata. Quanto alle cause, sono molteplici e ad effetto cumulativo amici del GVA. Determinante, a ogni modo, è la carenza di insetti, in special modo di afidi, nella dieta dei nidiacei. Una dieta quasi solo vegetale ne fa morire molti già nel nido e, quelli che scampano, sono deboli e in seguito vittime di malattie di carattere infettivo. Vi sono poi le intossicazioni da metalli pesanti e da pesticidi, c' è il fatto che le moderne tipologie costruttive degli edifici risultano inadatte allanidificazione e infine, per uanto riguarda le aree urbane, una gestione del verde pubblico dove piante ed erbe spontanee risultano sempre più rare. Il declino dei passeri segue, purtroppo, quello delle rondini, che ormai ci siamo abituati a non vedere quasi più nei nostri cieli. Contrariamente alle rondini, però, i passeri non avrebbero dovuto diventare, proprio per certe loro caratteristiche, specie a rischio. Gli animali minacciati di estinzione, infatti, solitamente appartengono alla categoria degli specialisti. Per le rondini, se sparissero gli insetti che abitano il cielo, sarebbe una condanna definitiva. Questo perché gli specialisti non hanno tante frecce al loro arco, ma una soltanto. I passeri, invece, sono degli straordinari generalisti. Possono nutrirsi in tanti modi e di tante cose, ma soprattutto sono opportunisti e adattabili. Ciò che ancora non si sa è se troveranno un nuovo equilibrio, oppure se il loro declino implacabilmente continuerà. Speriamo nella prima ipotesi, e vediamo di dar loro una mano.   Non sò cosa ci riserverà il futuro amici del GVA, nel cielo le ali stanno scomparendo come scompaiono nel mio vecchio cuore. I sintomi della malattia sono evidenti ma ancora ci rifiutiamo di prenderne atto. I nostri amici alati stanno scomparendo nell'indifferenza generale e all'orizzonte nuvole nere si stanno addensando sul nostro futuro. Aiutiamoci e aiutiamo questi compagni di viaggio, facciamo sentire la nostra voce con chi ancora qualche cosa può fare. Non cadiamo nella trappola della rassegnazione. Già oggi può essere il giorno giusto!

D.V.

Passeri

11:03 Posted In Edit This 0 Comments »

Dove sono i passseri, piccoli compagni della nostra vita............................

Sinceramente non è la prima volta che osservando il cortile di casa mia, un tempo allietato da decine di passeri, noto un triste silenzio. I passeri sono sempre più rari. In questi giorni di freddo intenso ho posato, come di consueto, un pò di briciole di pane su un trespolo che anni fa ho sistemato in fondo al cortile, nel luogo più tranquillo. Ma di passeri ne ho visti ben pochi. Qualche merlo, un paio di tortore e niente più. Solo una decina di anni fa quelle briciole sarebbero state divorate in poche ore, ora giacciono ammuffite e tristi sul trespolo deserto. In effetti, se fate attenzione quando passeggiate per il paese o nella campagna, si vedono sempre più colombi, tortore o gabbiani ma sempre meno passeri. Il motivo? Sinceramente non lo so, ma ho intenzione di approfondire il tema. Temo però quello che potrei scoprire, temo che la scomparsa progressiva di questi nostri piccoli amici sia da imputarsi a questo inquinamento selvaggio che nessuno risparmia, tanto meno i più indifesi. Da sempre i passeri convivono con l'uomo, negli insediamenti urbani come nelle zone a coltivazioni agricole, dove si sono adattati fino a divenire una specie nociva per l'agricoltura. Oggi però lo scenario è cambiato: preoccupazione è stata espressa in questi ultimi anni dai ricercatori e dalla gente comune sulla riduzione dei passeri sia nelle aree rurali che nelle città, tanto che specie come la Passera europea e la Passera mattugia sono attualmente classificate da BirdLife International come 'Spec 3', ossia specie in declino a livello europeo. Quali sono i motivi della crisi, e quali le soluzioni possibili per fronteggiare questo preoccupante fenomeno? Per rispondere a questi interrogativi la LIPU-BirdLife Italia, la Provincia di Pisa e lUniversita di Pisa, hanno organizzato un studio che coinvolge l'Europa intera. Certamente è buona cosa studiare il fenomeno ma temo che il rimedio rimarrà sulla carta come tante, troppe altre volte. Temo pure che presto il nostro cielo diventerà desolatamente vuoto e la colpa come sempre sarà anche nostra che non facciamo nulla per salvaguardare questi nostri compagni di viaggio, che nulla sanno di pesticidi, diabrotica e ogm. Loro vivono come natura comanda, siamo noi, che non ci adattiamo. La combattiamo, la modifichiamo, la usiamo per i nostri scopi sacrificando piano piano la vita di tanti animali che assieme a noi, sotto lo stesso cielo, sono arrivati fino a qui sfidando il tempo. Sarebbe triste se dopo il progressivo declino delle nostre amate rondini pure i passeri dovessero scomparire. Voglio come mia consuetudine lasciare qui oggi una celebre frase che un capo indiano "Toro Seduto" profetizzò 150 anni fa dopo lo sterminio dei cervi sulle sue montagne ad opera della deforestazione posta in atto dagli uomini bianchi causa la costruzione della ferrovia; Questo profetizzava Toro Seduto "........Ciò che accade ora agli animali presto accadrà agli uomini".

Daniele V.