Un albero una vita

07:52 Edit This 0 Comments »

Un mio caro amico mi ha lasciato; succede, è la vita. Mi aveva fatto conoscere la storia di Elzéard Bouffier, un vecchio pastore della Provenza meglio noto come l’uomo che piantava gli alberi, un romanzo di Jean Gnomo. Il mio amico, colpito da quella storia, non si limitava a raccontarla; e, andato in pensione, s’era messo a piantare alberi. Gli alberi non sono di moda: troppo discreti e silenziosi, in questi tempi di urlatori di professione. Eppure sono tanti, anche se non ce ne accorgiamo: ce ne sono circa 12 miliardi in tutta Italia. Ma per fare notizia, devono aspettare che qualche imbecille, per interesse o per gioco, dia loro fuoco. Nessuno, per esempio, si ricorda di piantare un albero per ogni bimbo che nasce. Anche se lo prevede una Legge dello Stato, la Legge 113 del 1992. Il mio caro amico mi ha insegnato che è bello piantare un albero. Perché è bello vederlo crescere, come vedi crescere un figlio. E’ bello sapere che affonda le sue radici in profondità come quando guardi tuo nonno raccontare della sua infanzia. E’ bello sapere che lui sarà lì per te quando vorrai, e non ti abbandonerà, e che sarà ancora lì, quando tu te ne sarai andato. Alberi come il Castagno dei cento cavalli di Sant’Alfeio a Catania, la S’Ozzastra di Lura in Sardegna, la Quercia Vallonea di San Sebastiano a Galatina, le cui fornde danzavano al vento quando Giulio Cesare varcava il Rubicone, quando Francesco d’Assisi fondava il suo ordine e quando l’Italia divenne una nazione. Alberi che stanno lottando per sopravvivere, perché – in questo paese dove la memoria non è di moda, come gli alberi, e dove le radici si buttano come gli avanzi di un fast food – non c’è nessuno che li protegga se non qualche comitato di volenterosi. E mentre tanti trovano una buona ragione per abbattere gli alberi pochi trovano una buona ragione per piantarli. Perché è più facile distruggere che costruire. E invece, come diceva quel mio amico che se ne è andato, bisogna piantare sempre qualche albero nuovo nel nostro giardino. Perché ti ripara dal sole nei giorni di caldo e ti ripara dalla pioggia mentre piove. Il mio amico mi ha insegnato che se vuoi vivere e non sopravvivere devi costruire e non distruggere; anche se oggi non è più di moda. Perché un albero che hai piantato è come un figlio che hai cresciuto. Ed è questo che dà un senso alla vita.

Cipiciani Carlo

La lista nera

05:40 Edit This 0 Comments »




1) Le zone costiere delle Isole Maldive e Kiribati rischiano di essere sommerse a breve a causa dei cambiamenti climatici. I 350 mila abitanti si preparano ad essere ospitati dall’Australia.

2) La produzione di petrolio da sabbie bituminose minaccia in Canada le popolazioni che vivono attorno ai giacimenti, inquinando le falde acquifere e la carne di alce; l’estrazione ha distrutto una regione grande quanto la Florida.

3) L’estrazione di petrolio dal delta del Niger è devastante per gli ecosistemi e le popolazioni residenti, anche per la pratica illegale di bruciare il gas che esce dai pozzi petroliferi insieme al greggio.

4) La produzione di carta da parte della multinazionale APP – che non mette in campo nessuna pratica di sostenibilità – sta portando alla scomparsa delle foreste pluviali dell’Indonesia, uno dei più importanti ecosistemi del pianeta.

5) Terremoto e tsunami in Giappone, provocando l’esplosione del reattore di Fukushima in Giappone hanno costretto allo sgombero di 110 mila persone; 21 mila vivono ancora fuori e centinaia di migliaia di persone sono esposte ai rischi a lungo termine.

6) La marea nera (tra 460 e 800 mila tonnellate di petrolio) della Deepwater Horizon della BP, che per oltre 106 giorni si è riversata nel golfo del Mexico rappresenta il più grave danno ambientale marino della storia USA. Il risarcimento è stabilito in 20 miliardi di dollari. I reali danni sono tutti da valutare.

7) L’onda di cianuro partita il 31 gennaio 2000 dalla miniera d’oro della Esmeralda Exploaration ad Auriol, in Romania, ha ucciso due affluenti del Danubio e punta alla foce del fiume blu, la più grande zona umida d’Europa. La compagnia australiana ha dichiarato fallimento e nessuno ha mai risarcito un solo euro.

8) La multinazionale Chevron-Texaco, durante le operazioni di esplorazione e sfruttamento delle risorse petrolifere nell’area del Lago Agrio in Ecuador, ha inquinato oltre due milioni di ettari, contaminando gravemente la foresta amazzonica. Il reato rimane al momento impunito.

9) La superpetroliera Haven, affondata nel Mar Ligure il 14 aprile 1991 ha provocato la morte di 5 uomini dell’equipaggio e lo sversamento sui fondali marini di 134 mila tonnellate di petrolio. Il risarcimento è stato irrisorio.

10) Il disastro nucleare di Chernobyl del 26 aprile 1986, presso la centrale nucleare Lenin rese necessaria l’evacuazione circa 336 mila persone. Non esistono ancora oggi dati ufficiali e definitivi sui decessi ricollegabili alla tragedia. Non venne accertata alcuna responsabilità penale.

11) Ad Abra Pampa, Argentina del Nord, si trova una montagna formata da 30 mila tonnellate di piombo, proveniente dalle lavorazioni di un impianto chiuso negli anni ’80. L’81% della popolazione infantile della città è esposta ai danni cerebrali derivanti dal piombo; danni non trattabili.

12) Il 3 dicembre 1984 nello stabilimento per la produzione di pesticidi della Union Carbide India Limited, situato a Bophal, si sprigionò una nube tossica di isocianato di metile. La nube uccise oltre 2000 persone e ne avvelenò decine di migliaia. Il risarcimento danni è stato irrisorio.

E’ la lista nera dei peggiori crimini contro la Terra e l’umanità, presentata dalla Supernational Environmental Justice Foundation (Fondazione SEJF) per mostrare che molte delle devastazioni che hanno colpito o stanno colpendo il nostro Pianeta sono impunite.

Alzi la mano chi ne conosceva più di quattro. Però sappiamo tutto dei calli di Brunetta, della palestre della Idem e dei gargarismi di Balotelli.

GVA

Ambiente sotto attacco

11:07 Edit This 0 Comments »




MESSICO - Città del Messico. 04/11/13. Messico, insieme a Brasile, Cambogia, Guatemala e Perù sono i paesi in cui il numero di minacce e attacchi contro i difensori della legge nel settore ambientale sono più alte. A riferirlo la relazione dell'ONU. Un terzo degli attacchi documentati dal relatore speciale dell'ONU parlano di omicidi o tentati omicidi e riguardano il Messico.

Il Centro Messicano di Diritto Ambientale (CEMDA), insieme con la Commissione messicana per la difesa e la promozione dei diritti umani, da anni denunciano e passano le informazioni al relatore speciale per la gravità dei rischi che questo tipo di difensori dei diritti umani può portare in questa area dell'America Latina. Nonostante questo nulla cambia in Messico. Secondo i dati del CEMDA in Messico sono state documentati tra il 2009 e il 2013, più di 50 casi di attacchi contro i difensori dei diritti ambientali, in 17 stati del paese. La maggior parte dei casi sono legati a progetti di sviluppo di data mining (15) e forestali (12). Altri casi riguardano il settore turistico (3 ) immobili (2) infrastrutture ( 5 ), idroelettrico (7) , ed Energetica (7). Al Riguardo sono stati condannati gli atti di violenza e sono stati implementati i meccanismi di protezione degli Stati Interni, ma a quanto pare non basta per difendere l'ambiente e le persone che cercano di salvaguardarlo. La polizia si limita a prendere visione dei reati non ha gli strumenti per opporsi alla nascita di mega strutture, non può difendere il territorio e le risorse naturali.

D. V.

Il veleno è ovunque

10:59 Edit This 0 Comments »




Continua l’impegno di Greenpeace contro la moda e l’alta moda tossica: l’associazione diffonde i dati relativi alla rilevazione di sostanze tossiche e dimostra che anche marchi prestigiosissimi come Versace e Dolce&Gabbana fanno uso di simili sostanze al pari di brand che si dedicano ai capi di ampio consumo.  Questa volta a essere finiti sotto la lente di ingrandimento sono i capi per bambini di 8 famosi brand d’alta moda. Come spiegato in un comunicato:  Sono stati testati 27 prodotti di otto case d’Alta moda; 16 di questi (8 dei quali Made in Italy) sono risultati positivi per una o più delle seguenti sostanze chimiche: nonilfenoli etossilati (NPEs ), ftalati, composti perflorurati e polifluorurati e antimonio. La più alta concentrazione di nonilfenoli è stata rilevata in una delle ballerine Louis Vuitton prodotte in Italia e vendute in Svizzera, mentre la concentrazione più elevata di PFCs in una giacca di Versace. Come fa notare l’associazione la presenza di nonlifenoli etossilati, altrimenti detti NPEs, solleva anche alcune questioni in merito alla bontà dell’etichettatura Made in Italy, sollevando dubbi in merito a un produzione parzialmente extraeuropea. Le sostanze tossiche impiegate nella produzione del vestiario sono vanno inevitabilmente a incidere sull’ambiente nell’area di produzione dei vestiti e possono danneggiare gli organismi viventi nell’ecosistema. La moda storicamente si è dimostrata per lo più sorda alle richieste di una produzione ecosostenibile, ma negli ultimi anni qualcosa sembra stia cambiando. Tuttavia, rilevazioni come quelle di Greenpeace testimoniano che la realtà dei fatti è ancora tristemente “inquinata”.  La settimana della moda di Milano sta per iniziare, e questo genere di analisi cala sull’ambiente a dimostrare ancora una volta che, volendo, si potrebbe fare enormemente di più in termini nel settore dell’abbigliamento per la qualità stessa degli abiti, per la salute dell’ambiente e dei consumatori.

Fonte "Ecologiae"
Daniele V.

Una favola mancata

10:54 Edit This 0 Comments »

Questa storia poteva essere una bella favola. Nel 1973 Fulco Pratesi portò allo zoo di Roma una gabbianella zoppa trovata nell’isola di Giannutri. La gabbianella trovò il suo sposo, un gabbiano di passaggio, e nidificò. Grazie all’inesauribile fonte di cibo offerta dalla discarica di Malagrotta, di generazione in generazione un’orda crescente di gabbiani reali si è impadronita della città, fino alla recente aggressione della colomba lanciata da Papa Francesco. I gabbiani reali a Roma sono già 40 mila e, secondo Bruno Cignini, zoologo e direttore del dipartimento Ambiente del Comune, potrebbero diventare un grave problema per tutti; paradossalmente aggravato dalla chiusura di Malagrotta, perché i simpatici volatili si sposteranno e molti potrebbero puntare sulla città eterna. I simpatici volatili sono però dei predatori, pare anche abbastanza aggressivi, e potrebbero eliminare quasi ogni altra specie di uccelli; addirittura infastidire i passanti perché quando nidificano proteggono i loro piccoli attaccando chi si avvicina. Trovare rimedi non sarà facile, anche perché una legge dello Stato li protegge come specie selvatica. Questa storia, oltre che assomigliare ad un noto film di Hitchcock, insegna che gli ecosistemi sono sistemi delicati e fragili, che possono venire danneggiati e talvolta distrutti da interventi non richiesti dell’uomo. Una gabbianella zoppa e una discarica che è una vergogna nazionale hanno fatto di Roma la città dei gabbiani. Poteva essere una bella favola, invece è un incubo. E rimediare, ammesso che sia possibile, provocherà comunque altri danni. Spesso gli uomini riescono a dare il peggio di sé, persino se animati dalle migliori intenzioni.

(Fonte) Cipiciani C.
D.V.

MSC crocere

10:28 Edit This 0 Comments »

Ci ha pensato il signor Sergio Da Silva Oliveira a far precipitare nell’imbarazzo la compagnia italiana MSC Crociere: il video filmato durante una crociera ha fatto il giro delle Tv brasiliane. Cosa succede nel filmato? A quanto pare il personale di bordo della nave Magnifica si è esibito in uno scarico illegale di rifiuti non organici appena giunti nelle acque brasiliane (col favore della notte), e non si è fermato nemmeno in vicinanza del santuario naturalistico di Fernando de Noronha. Una figura davvero pessima quella raccolta da MSC Crociere. Stando a quanto dichiarato dal principale accusatore, il già citato signor Sergio Da Silva Olivera (munito di telecamera al momento del fattaccio) la nave Magnifica, partita da Genova alla volta dello stato brasiliano, si sarebbe macchiata di un odioso scarico illegale di rifiuti nelle acque brasiliane. Ha raccontato l’imprenditore alla Tv SBT.     Non si trattava di rifiuti organici si sentiva il rumore delle bottiglie e delle lattine: una delle buste si è strappata e ne sono uscite scatole di tetrapack che sono rimaste a galleggiare in mare. Il signor Da Silva Oliveira ha sporto subito denuncia ad Apucarana e ha aggiunto.  Per sicurezza ho fatto una copia del filmato e l’ho consegnata ad un amico, perché la tenga in cassaforte la nave era carica delle forniture imbarcate sull’isola di Madeira e, dopo sei giorni e sei notti, la spazzatura non è stata scaricata a Recife. Dove sono finiti i cartoni del latte, le bottiglie e le lattine? Tutto in mare. Come è facile immaginare è assolutamente vietato questo tipo di scarico di immondizia in mare. E MSC Crociere? La risposta della compagnia alle accuse dal Brasile è arrivata ed è senz’altro seria: ci si aspetta adesso che tenga fede alla promessa finale di aprire un’indagine sull’accaduto. Tutta la spazzatura prodotta dalle navi passa attraverso un procedimento di screening e il trattamento avviene in conformità alle normative del settore. Le navi sono dotate di inceneritori, trituratori e compattatori per la lavorazione dei rifiuti. [...] La società non è a conoscenza di violazioni di queste regole, ma aprirà un’inchiesta dimostrando ancora una volta il suo impegno per l’ambiente.
Non ho parole.................
D.V.