Un secondo

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Credo siamo giunti al capolinea amici dell'ambiente, finalmente quell'annosa diatriba che ha visto contrapporsi gli scienziati di mezzo mondo sta per concludersi. Stiamo parlando della guerra del "secondo", si proprio quel secondo che non riesce a mettere d'accordo nessuno. Perché per via dell’incredibile precisione degli orologi atomici inventati dall’uomo, si verifica periodicamente una discrepanza – appunto di un secondo – tra il tempo misurato da quegli strumenti inventati dall’uomo e quello basato sulla naturale rotazione terrestre, imprecisa ed imperfetta. Si è deciso quindi di non fermare più gli orologi atomici per un secondo, “obbedendo” all’imperfezione temporale del nostro pianeta. Sarà, insomma, il tempo “umano” a vincere su quello della Terra. La pretesa umana di imporre la sua volontà non solo agli altri uomini, ma anche alle cose e alla natura, troverà dunque l’ennesima conferma. Certo, si tratta solo un secondo, e sembra – anzi è – una questione di lana caprina. E’ triste però che in tempi bui come questi dove c'è un gran bisogno di "naturalità", gli uomini continuino a non capire che la bellezza della vita, come quella delle persone, sta nella magnifica armonia dell’imperfezione, non nella fredda linearità della perfezione. Ci sarebbero migliaia di bellissimi modi per amare ed ammirare questo splendido, e per certi versi, unico pianeta in cui viviamo, basterebbe rispettarlo e rispettare i suoi tempi. Ma soprattutto, è ridicolo pensare all’Uomo che rivolgendosi alla Terra, ai suoi Oceani, ai suoi Continenti, alle sue nuvole, al suo vento e alle sue stelle dica: “Ora fermati, e aspetta un attimo”.

D. V.

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