La vita è tra noi.

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Ogni giorno succedono migliaia di drammi sul grande palcoscenico della vita, e uno di questi è successo a Monaco di Baviera, proprio in questi giorni. Panang ha 22 anni ed è indiana ma vive a Monaco di Baviera da 22 anni oramai, sua figlia Lola, 3 mesi, unica gioia dei suoi giorni, è morta per una grave malformazione cardiaca. Panang, assieme ai membri della sua comunità le rende omaggio in una struggente processione, pazza di dolore. Accarezzandola e standole intorno ha sperato fino all'ultimo nella forza della vita. Momenti dolorosi e toccanti che ci dimostrano la forza e la potenza dell'amore che tutto muove nell'oblio dei giorn. Una piccola tragedia che non troverebbe spazio sui giornali o nei TG se fosse umana, invece i protagonisti di questa tenera e struggente meteora altro non sono che degli elefanti ospiti dello zoo di Monaco di Baviera. Gli etologi da anni s’interrogano sulla consapevolezza della morte di alcune specie animali e sul senso del dolore, da sempre ritenuta prerogativa esclusiva della specie umana. Una specie umana che pare aver dimenticato quella consapevolezza, e quella fratellanza che essa dovrebbe provare di fronte al dolore. Una specie umana molto presa dalle piccole cose di tutti i giorni, dai piccoli e spesso insignificanti fastidi propri e molto distratta e lontana dai grandi dolori altrui. Quegli elefanti dello zoo di Monaco forse non piangono solo Lola. Ma piangono lacrime antiche che giungono dalla notte dei tempi dove la vita è un bene inestimabile, qualunque essa sia. E forse piangono guardando questa razza umana capace di mille splendide meraviglie e mille brutture da cambiare. Una razza chiusa nell’immenso recinto che è il mondo, incapace di perpetuare quella fratellanza che lega tutti gli esseri viventi, e la vita stessa, da millenni. Così, da questo piccolo angolo dell’universo che è il piccolo paese dove mi è capitato di vivere, in questa notte fredda, umida di stelle, mi sembra finalmente di capire che davvero non  so nulla, tranne forse che non c’è proprio niente da sapere. E che in questa ricerca affannosa delle ragioni e dei perché della vita, stiamo perdendo di vista quella che è la cosa più meravigliosa che ci resta da fare. Vivere ed amare la vita. Anche quella degli altri.

D. V.

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