Acqua piovana

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E’ vero che il disastro appena capitato a Genova è stato improvviso e di certo non ci si poteva attendere che una pioggia di poche ore distruggesse parte della Liguria prima e poi proprio la città di Genova dopo, ma ogni volta che accadono queste tragedie torniamo a parlare di disastro inevitabile. Questo è vero solo in parte, visto che l’Italia è tutta soggetta ad eventi del genere, e non si prendono mai contromisure per evitarle. Un’idea che potrebbe essere quella di sfruttare i tetti, grazie alla loro intrinseca capacità di “raccolta” convogliare e immagazzinare l'acqua piovana. L’acqua così raccolta può essere utilizzata per tantissime finalità come l’irrigazione dei campi, per gli scarichi, per lavare i pavimenti o per innaffiare il giardino, ma soprattutto si evita che finisca in strada dove, aggiunta al resto dell’acqua che cade sull’asfalto, rende le vie cittadine pericolosissime. Basta infatti che questi tetti, che già oggi sono muniti di grondaia, siano collegati ad una cisterna anziché far scaricare l’acqua in strada, ed il gioco è fatto. E’ importante considerare la raccolta di acqua piovana durante la pianificazione e la progettazione delle città, in quanto è una fonte d’acqua alternativa con diversi usi, può anche essere usata per risparmiare l’acqua potabile. Per questo è importante progettare i tetti nel modo corretto. Secondo i ricercatori i migliori sono quelli piani e spioventi, come quelli in metallo o in plastica, meglio di quelli ruvidi o in ghiaia perché hanno meno rugosità (e dunque minor perdita) e sono migliori in termini di qualità fisiche e chimiche. Certo, in questo modo quest’acqua non potrà mai essere considerata potabile amici dell'ambiente, ma almeno sarà utilizzabile per altre funzioni. Tra qualche anno l'acqua potabile sarà una “merce” rara e chi, potendo, avrà pensato al futuro interrando una cisterna , sarà al riparo da probabili carestie.

D.    V.

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