Gas radon

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Chi di voi ha già sentito parlare del gas Radon alzi la mano, tutti!! Possibile? Va bè, vorrà dire che quello che sto per dirvi non sarà una novità per voi, informatissimi amici del GVA. L'uranio 238 per decadimento, da origine all'uranio 234 e successivamente al radio 226. A sua volta il radio 226 si trasforma in radon 222. Il radon origina dei "figli" al quanto instabili e con vita breve indicativamente pochi minuti o secondi; i figli (polonio 218, piombo 214, bismuto 214, polonio 214) liberando particelle alfa, danno origine a radioattività e solo dopo una serie di decadimenti, al piombo 206 stabile.    Il gas radon è subdolo perché non si vede e non si sente, ma può avere effetti nocivi su diversi fronti; non ultimo quello della salute. Secondo gli scienziati tedeschi, infatti, nella sola Germania è causa di 1.900 decessi l’anno per cancro ai polmoni. Recenti studi, condotti in Italia invece suggeriscono che l’esposizione prolungata al gas radon è responsabile di circa il 10% dei casi di cancro ai polmoni che si verificano ogni anno. Il tasso di decessi in Italia potrebbe quindi essere maggiore che non quello della Germania e attestarsi a circa 3.000 l’anno. Che sfiga ragazzi, non ne avevamo abbastanza di inquinanti di tutte le qualità ci voleva pure il Radon a rompere!  Nell’Unione Europea si stima invece ci siano circa 20mila decessi l’anno per cancro polmonare da radon; Un nemero talmente elevato da essere secondo solamente al fumo. Ecco quindi la necessità di poter stabilire se nella propria abitazione vi sia la presenza sgradita di questo gas pesante e radioattivo. Se nella propria casa convive il Radon è bene sapere in che quantità è presente e come questo esponga chi ci abita a un continuo bombardamento di radiazioni, sottolineano gli scienziati dell’Università di Erlangen-Norimberga. Da una piccola ricerca in rete amici del GVA ho scoperto che questi rilevatori di Radon hanno un costo che si aggira sui 250 euro, possono essere pochi per salvarci la vita ma possono anche essere tanti per le famiglie meno abbienti. Secondo i dati il radon all’interno degli edifici residenziali fornisce un importante contributo per l’esposizione radiologica della popolazione generale. In particolare si è stimato che i livelli di radon in zone residenziali sono superiori a 100 Bq/m3 nel 36% degli edifici; superiori a 200 Bq/m3 nel 18% dei casi. I dati sono espressi in Bequerel per metro quadro, che è l’unità di misura della presenza di una sostanza radioattiva per metro cubo di aria. La media stimata della presenza di radon in Italia è di 20-120 Bq/m3 e come sempre i valori più alti si trovano in Lombardia! Noi siamo primi, che culo!  Il problema, fanno notare i ricercatori, è che ci sono molte case costruite con materiali che producono gas radon come, per esempio, il tufo. Allo stesso modo è altamente presente nei terreni di origine vulcanica, oppure la "Pianura Padana" ricca già per conto suo. Diventa quindi necessario poter individuare gli edifici con elevata presenza di questo gas per poter intervenire con misure strutturali. Questi interventi sugli edifici potrebbero salvare molte vite ogni anno ed è qui che intervongono le amministrazioni più attente e responsabili, uno studio di questo tipo non svenerebbe nessuna amministrazione e ci farebbe fare sogni più
tranquilli.  

    PS.

Pavimentazioni realizzate con cassero a perdere in plastica riciclata e getto di calcestruzzo, oltre a mille altre buone cose, impedisce la concentrazione di gas “Radon” proveniente  dal terreno, grazie all’adeguato sistema di ventilazione mediante collegamento di tubazioni con l'esterno.  

    Daniele V.

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