Il Vallo di Diano

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C'è un posto in questo bistrattato paese dove un manipolo di ecologisti si oppone al nostro progresso, gente invidiosa a cui il nostro benessere da fastidio. Questo posto (ancora una volta) sta al sud in provincia di Salerno, nel Vallo di Diano. Qui qualche mese la Shell ha chiesto di poter effettuare una trivellazione esplorativa; sembra che in quella zona ci sia petrolio. La Federpetroli è entusiasta. Gli imprenditori sono felici per le possibilità di affari che si apriranno. Ma come sempre c’è chi dice no: popolazioni e amministrazioni comunali del luogo. I soliti disfattisti nemici del progresso che dicono no a tutte le occasioni di sviluppo o che pretendono di averle ma tenendo gli effetti spiacevoli (inceneritori, aeroporti, ecc..) lontani dal cortile di casa. I soliti italiani. Ma che saranno mai un po’ di trivellazioni a 4 mila metri di profondità? Non favorirebbero il ricambio d'aria? Certo, ci sarebbe quello studio geologico che evidenzia che nell’area c’è una preziosa falda acquifera, che quasi certamente collasserebbe a causa delle trivellazioni. Le solite esagerazioni da geologici di provincia. Certo, il Vallo di Diano è un’area protetta, una delle 350 inserite nella rete delle Riserve della biosfera del Mab-Unesco. Fa parte del Parco nazionale del Cilento. Dal 1998 è considerato dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità. Ma chi se ne importa, non sono forse quisquilie di fronte al progresso?  Pensate che qualcuno ha la sfaciataggine di asserire che il vero petrolio di quel territorio è quello che sta in superficie, sono i boschi, l’agricoltura biologica, le montagne, il paesaggio naturale e antropico frutto di una evoluzione plurimillenaria. Per molti, troppi, quel qualcuno è un fesso. Un perditempo che non ha niente di meglio da fare che lanciare cassandre. Però che bello essere fessi di tanto in tanto.

D.V.

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